crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

lunedì 18 luglio 2016

Innamorato, disincantato affresco

Strana gente s’incontra sotto i portici a Chioggia,
esagerata nel proporsi, nel vociare, ribelle alla banalità
del comune senso del pudore -fa mostra di se altera-

Truci marinai, pescatori esibizionisti sfoggiano buccole
e diamantini ai lobi con la naturalezza e la ferocia
dello sguardo, come un vecchio bucaniere consumato.

Donne che definire mature sarebbe già passato remoto
fasciate in improponibili vestiti da sedicenni Nikita,
portano a spasso cortei di cellule obese con indifferenza.

Ah, individualista anarchica fiumana che ondeggia
riversando di quando in quando lo struscio sul Corso,
dove ad ogni piè sospinto chiese e basiliche rammentano
-con dovizia di campane- le radici di questa comunità
costantemente in bilico tra il sacro scritto e il profano.
Poi, quando l’intercalare blasfemo al tavolino m’attende
-con lo sguardo ormai perso nei flutti di cattivo vino-
la cronaca di un’alba deflorata tra grida roche di gabbiani
e l’incarognire del vento salso, diventa alibi nel racconto
di una vita difficile ma orgogliosamente attraversata.

Apro il portone la calle non fa una piega ormai adusa
ad ogni rumore o intemperanza e l’attaccaticcio umido
del vecchio androne di casa mi accoglie, carta moschicida.

Siedo al poggiolo, l’aroma del caffè rianima la timida falena
che schiude le ali e si libra colta da improvvisa energia.
Strani umori, acri e pungenti odori salgono ora dal canale.

Ho speso lustri e parole nel cercare la vita vera ed ora
-ora che si dipana, si disvela sotto i miei occhi e mi cattura-
ora non ho parole che per la mia gretta e arida superbia.

Non fosse che il cuore ha stanze sufficienti per le insanie
e i brontolii di un sognatore insaziabile, sai non sorriderei.

Ma è un disincantato affresco di uno strano amore.


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