È un affastellarsi di immagini
frammenti -emozioni rarefatte-
e i ricordi appisolati nell’anima
son tenere spigolature di sorrisi.
È quanto questa estate (finalmente)
-che ha messo all’incanto
i capricci
e gli ardori di un’abortita
primavera-
offre alle note dolenti
del mio canto.
Eppure sei qui di nuovo,
mi sorridi
non ho motivo di intristire
la notte
i miei versi son batter d’ali
di farfalla
ma non sono uragano tra
grattacieli.
E così scrivo, di nuovo
faticosamente
dirti che le notti sono
state preghiera
laica ansietà,
inquietudine alla sorte
speranza alla fine
riaccesa negli occhi.
È sogno di una notte di mezza
estate?
-sull’assito una
malinconia di stelle
incorona la scenografia del
desiderio-
ma recito, stanotte il
sogno è solo mio.
Come sempre, sul tuo
seno.
E volerò.
Nessun commento:
Posta un commento