[e ancora attendo l’inverno
che scaltro travaglia ad arrivare
tra le nubi gioca a mosca cieca,
e mistifica i suoi passi pesanti]
Improvvise folate di maestrale spegneranno gli ultimi falò,
sulla spiaggia tremule ombre sfiniranno la danza esauste
e un paio di sandali distratti, in cerca di orme ormai perse,
scriveranno sulla rena la fine e l’inizio di un’altra stagione.
Nemmeno la ruggine d’ottobre calmerà le ansie represse,
ma tingendole come caduche foglie dell’albero del tempo,
planeranno bugiarde a infrascarsi tra le pieghe dell’anima.
Solo un sorriso di circostanza e brinderò alla nuova soma.
Sarà un sorso di neve, come sempre. Prosit.
Nessun commento:
Posta un commento