[ti ho sulla pelle, anima scorticata]
Abito confezionato su misura
cucito a parole con il filo del tempo,
teca di panno amaranto e ossidiana
dove lasciare appese le mie illusioni
ricettacolo spesso di inattesi sorrisi
o taglienti parole di numi avversi.
Sgrano il mio rosario, piego i tasti,
rotolano svogliati pensieri nella calle
l’eco rimanda lamenti come miagolii.
E’ quasi dolore. Sottili, velenose spine
straziano infisse sulla pelle, legano
un anima ulcerata ad essiccare al sole.
[ma ti ho sulla pelle, non c’è scampo]
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