crepuscolare intesa tra versi e immagini.

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venerdì 30 settembre 2011

Qualcuno la chiama vecchiaia

E’ un sapore
che direi tenerezza
quel groppo di lacrime
che avvinghia la gola
e lì rimane,
orfano degli occhi.

Attende un moto d’anima
per sciogliersi in pianto.

Piccola stella rubata
alla briga dei gabbiani
come allora respiri ferita
sul palmo del briciolo d’uomo
che incredulo interrogava
l’azzurro e stupiva
del tuo volo.

Perso tra le gore
della grande utopia della vita
oggi ti ho ritrovata.
Come ieri, in attesa di risposta,
interrogo l’azzurro velato
mentre la collana di lacrime
scioglie finalmente in gola.

Sarà il pianto di un cuore bambino
sculacciato dagli insulti del tempo?

Qualcuno la chiama vecchiaia.

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