crepuscolare intesa tra versi e immagini.

crepuscolare intesa tra versi e immagini.

giovedì 4 febbraio 2016

La merla racconta...

Sei del mattino.
Il letto mi ricorda quel roveto grigiastro
osceno spacciatore di more emofiliache
che ricopriva buona parte delle sponde
del Seveso malato vicino casa, a Milano.

-spine dolorose, oh! mani avide e incaute-

Esco.
La merla mi presenta una Chioggia livida,
ha il sorriso decrepito e l’occhio acquoso
di un Achab canuto, sconfitto, mai domo.
Mi stringo nel piumino, brividi mattutini.

-pensieri appesi al cielo, gelide stalattiti-

Il cielo irride.
Nelle orecchie l’eco del tuono magnetico
e nelle natiche il rantolare della corriera.
Ora la merla zittisce, i pensieri sciolgono
e i versi paiono testarde primule precoci.

-sole sfacciato, utopia di primavera attesa-

Volubile azzurro.
La merla sorride e affila il becco -s’intona-
veloce arroto i tasti prima che geli il cuore.
Scrivo, mentre il bianco della sala d’attesa
fa il paio coi camici solerti delle infermiere.

-sorrido, ho l’azzurro in tasca-

La merla stona il fischio, muore nel bianco.


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