È un velo, una trina aerea.
Cesello d’Aracne traspare negli occhi
e trattiene la rugiada dell’anima.
Pensieri si accavallano, si rincorrono.
Il cassetto inghiotte i pochi attrezzi
del mestiere di vivere rimastimi.
[un sorriso esagerato dipinto
nel rosso di labbra esangui,
una risata chioccia e improbabile
rubata allo specchio stamani,
e un’anima da pagliaccio inquieto
alla ricerca di arcobaleni materni]
Tutto sparito, fagocitato dal canterano.
Una stilla di rugiada dondola indecisa
se aprirsi a cateratta o rinsecchire
tra le ciglia nel rimpianto futuro.
L’eco argentina che risuona dappresso
strappa la tela e la tristezza svanisce.
Sarà tristezza…?
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